Legatoria industriale: come e quando nasce?

8 Lug 2022 | Industrial Adhesives

Oggi non esiste libro senza legatoria industriale, ossia quel processo che trasforma uno stampato professionale in un prodotto finito, con tutte le caratteristiche estetiche e funzionali desiderate in fase di progettazione editoriale. 

La legatoria, come la conosciamo oggi, prende origine dall’antica arte artigiana del legare e rilegare i libri, che si è evoluta nel tempo grazie all’innovazione tecnologica dei macchinari industriali. In questo articolo vogliamo ripercorrere a grandi tappe la storia e l’evoluzione di questa antica e nobile attività. 

 

Le origini della legatoria industriale

Secondo gli studiosi, in Occidente la nascita della legatoria risale al I secolo d.C. All’epoca si utilizzavano le pergamene che venivano arrotolate su sé stesse attorno a una o a due anime. 

pergamena_legatoria industriale

Questo sistema però non permetteva una facile lettura, in quanto per scorrere tutto il testo bisognava srotolare completamente l’intera pergamena. Per ovviare a questo problema, furono introdotte delle semplici tavole di legno cucite per mezzo di una cordicella. Questo sistema garantiva maggior praticità sia nella lettura che nel trasporto dei testi scritti.

L’idea del volume (che deriva dal latino volvere, cioè arrotolare) così come lo intendiamo oggi trae origine proprio dall’utilizzo di queste tavole di legno cucite. 

I Romani e il codex

Questo artefatto che possiamo considerare come antenato del libro, veniva chiamato dai romanicodex (dal latino caudex ovvero “tronco d’albero”) che col passare del tempo indicò non solo l’unione di due tavolette di legno, ma l’assemblaggio di fogli cuciti insieme lungo la piega. L’intuizione di piegare i fogli, anziché di arrotolarli, portò con sé un’altra innovazione: si scoprì infatti che era possibile sdoppiare lo spazio della pergamena scrivendo su entrambi i lati del foglio, invece che su uno soltanto. 

La rilegatura nell’Alto Medioevo

Il codex trovò largo impiego dapprima durante in Cristianesimo, per poi essere notevolmente perfezionato durante l’Alto Medioevo. Dal V secolo in poi, i libri iniziarono ad essere rivestiti con copertine rigide di legno ricoperto di cuoio, su cui erano cucite le pagine di pergamena piegate. Poiché la pergamena tendeva a gonfiarsi con l’umidità, venivano applicati i finimenti ovvero delle borchie metalliche applicate alle copertine per mantenerle sollevate dalla superficie di appoggio e delle fibbie per legarle insieme.

Il prezioso lavoro degli amanuensi 

Con la crescita del tasso di alfabetizzazione e l’introduzione delle nuove tecniche di rilegatura, la richiesta di testi scritti aumentò rapidamente, cosicché  il lavoro dei legatori divenne ben presto sempre più diffuso e necessario. 

Ad occuparsi della produzione libraria, dalla scrittura e copiatura alla decorazione e legatoria, erano perlopiù i monaci amanuensi che lavoravano, talvolta anche per anni, per riprodurre un volume scritto.  

 

L’avvento della stampa e l’inizio dei processi industriali

Con l’invenzione dei caratteri mobili nel XV secolo ad opera del tipografo tedesco Johannes Gutenberg, inizia l’era della tecnica della stampa moderna in Europa che rivoluzionò il modo di produrre i libri e gettò le basi per il processo industriale.  

Grazie alla stampa a caratteri mobili non era più necessario copiare i testi a mano e la produzione divenne più veloce ed economica. 

Venne introdotto il dorso arrotondato e si diffusero le tecniche di doratura realizzate tramite l’applicazione di un foglio d’oro sul cuoio della copertina. Ben presto, i legatori si ritrovarono a dover massimizzare la quantità di prodotto sacrificando l’aspetto artigianale del loro lavoro. 

I libri iniziarono a essere prodotti in formato minore. Le pesanti legature con copertine su assi lignee vennero sostituite da supporti in cartone o in pergamena, molto più agevoli rispetto al legno per la fase di cucitura. 

Ma la vera svolta nella legatoria industriale arrivò nel XIX secolo, con l’introduzione della macchina a vapore. Questa straordinaria innovazione consentì la produzione in serie di copertine a cartella in tela con impressioni in oro ottenute tramite matrici. Inoltre, la cucitura da manuale diventò meccanica con l’introduzione delle cucitrici, velocizzando e perfezionando il processo di legatoria. 

A partire dagli anni 40 del XX secolo, grazie alla tecnica del  perfect binding (legatura alla statunitense), abbiamo infine l’introduzione dell’adesivo: le segnature possono essere tenute insieme non solo tramite cucitura, ma anche tramite incollaggio. 

 

I processi della legatoria industriale oggi

La legatoria oggi è un processo del tutto industrializzato grazie allo sviluppo di macchinari, tecniche e materiali che hanno reso più efficiente e rapido ciò che in passato richiedeva settimane di lavoro manuale. 

Nella realizzazione di un volume, la legatoria riguarda l’ultimo reparto produttivo che prende in carico lo stampato e ne assembla le varie parti per dare vita al prodotto editoriale finito. L’intero processo può essere suddiviso in quattro fasi: 

  1. Taglio: prima della rilegatura, i fogli vanno perfettamente allineati. Questa procedura avviene tramite un tagliacarte a ghigliottina che consente di pareggiare eventuali disallineamenti; 
  2. Piegatura: gli stampati vengono disposti su una macchina piegatrice automatizzata che lavora ad alta velocità. La macchina esegue la piega dei fogli secondo lo schema previsto e tenendo conto della tipologia, della grammatura e della rigidità della carta;
  3. Raccolta: è la fase di controllo in cui vengono pareggiati tutti gli elementi, si controlla che non manchi nulla e si procedere alla raccolta dello stampato piegato nella sequenza prefissata, preparandolo così per la successiva fase di legatura;
  4. Legatura: consiste nella vera e propria unione delle pagine che compongono il prodotto editoriale e la copertina. Di legature ne esistono di svariati tipi a seconda del risultato che si vuole ottenere (a punto metallico, brossura fresata o a filo refe, a spirale, ad anelli, etc.). 

Tra le varie tecniche di legatura quella oggi più largamente diffusa per la realizzazione di cataloghi, riviste, magazine e libri,  è la brossura fresata, detta anche a fresa o a colla.  Questa tecnica è tra le più economiche ma assicura anche un’ottima resistenza della rilegatura: lo stampato può essere aperto molte volte senza compromettere la tenuta delle pagine. La sua efficacia dipende però anche dalla scelta della carta e della colla. 

 

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