Prezzo della carta: perché è aumentato (e continuerà ad aumentare)?

6 Set 2021 | Graphic arts, News Diatecx

Il prezzo della carta, come di molte altre materie prime come alluminio, ferro e acciaio, ha visto negli ultimi mesi rincari folli che sembrano destinati a salire ancora. Molte delle aziende che hanno il proprio core business nella produzione di carta e cartone da imballaggio si vedono dunque costrette ad aumentare i prezzi del prodotto finito, i cui costi ricadranno inevitabilmente anche sul consumatore finale. Ma come e perché sta accadendo tutto questo? 

Pandemia, mancanza di materie prime e interdipendenza

Quello della carta è considerato un settore “essenziale”, la cui attività non si è arrestata neanche durante i mesi più cruenti della pandemia. Nelle ultime settimane però si susseguono le notizie di cartiere che annunciano uno stop momentaneo della produzione. La filiera della carta è fortemente sotto stress: da un lato la domanda continua a crescere per effetto di una ripresa economica generalizzata, dall’altro però si registra una seria difficoltà a reperire le materie prime, tra cui soprattutto cellulosa e carta da macero. La scarsità delle materie prime non è certo un problema che riguarda solamente il comparto della carta. In tutto il mondo le fabbriche stanno rallentando la produzione anche se la domanda continua a crescere, perché non riescono a procurarsi componenti in metallo, plastiche e materiali grezzi. 

Fino al primo trimestre del 2021, gli analisti pensavano che il problema fosse legato a un eccesso di ordini accumulati nei mesi della pandemia e che nel giro di qualche mese le fabbriche sarebbero ritornate ai normali ritmi di produzione, smaltendo gli ordini inevasi. Ma per molti settori non è andata così. E questo in larga parte è dovuto all’interconnessione del mondo produttivo e alla stretta dipendenza dai mercati internazionali, per cui carenze e ritardi nella produzione di un bene bloccano a catena la produzione di altri beni. Senza contare che la tendenza degli ultimi anni delle fabbriche è stata quella della “produzione snella” e del taglio delle scorte, due fattori che hanno trovato impreparati e senza alternative molti comparti produttivi, costretti a fermarsi.  

Bobine di carta

Le cartiere, in particolare, non hanno ancora recuperato la piena capacità produttiva del periodo pre-pandemia, e non riescono a garantire le consegne o comunque i tempi si sono notevolmente allungati. Ritardi che a catena ricadono sui produttori di carta per packaging ma anche sulle tipografie che operano nel settore degli stampati commerciali. C’è poi la corsa all’accaparramento delle materie prime in cui i big player (soprattutto case farmaceutiche e commercio online) lasciano poco spazio alle aziende più piccole, che oltre a trovarsi sprovvisti delle materie prime, con molta probabilità non saranno in grado di assorbire gli aumenti dei costi. 

In piccola parte, ad aggravare la situazione sono stati anche i ritardi nei trasporti via nave, non tanto per le fibre vergini impiegate nelle carte ad uso igienico-sanitario, in quelle grafiche e nelle carte speciali di cui non si è registrata grande carenza, quanto invece per le forniture di cellulosa extra-europee. 

 

Prezzo della carta alle stelle: rincari fino al 70% 

Secondo l’indagine di Assocarta, nei sei mesi compresi tra la fine del 2020 e giugno 2021, le cellulose per produrre carta e cartone hanno subito rincari del 60% (fibra lunga Nbsk) e del 70% (fibra corta eucalipto) toccando rispettivamente i 1.160 e i 990 euro/tonnellata. Aumenti record si sono registrati tra ottobre 2020 e maggio 2021 anche per le quotazioni della carta (+138%) e del cartone (+143%) destinati al riciclo portando il loro valore rispettivamente a 155 e 170 euro/tonnellata. 

Questi dati toccano in primis l’industria del packaging che durante la pandemia ha visto aumentare le richieste del mercato per effetto delle vendite da e-commerce e per la tendenza crescente che riguarda la sostituzione della plastica nella realizzazione degli imballaggi. 

Come spiega bene il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli, questi aumenti sono imputabili non solo all’aumento delle materie prime ma anche all’impennata dei costi del gas naturale impiegato negli impianti produttivi. Per inciso, il costo dell’energia rappresenta per le cartiere circa il 30% dei costi di produzione.

Da inizio anno, in tutta Europa, il costo del gas è triplicato per effetto del calo dei flussi provenienti dalla Russia, e se si guarda all’anno precedente, il prezzo del gas è addirittura 9 volte più alto. Come è ben comprensibile, aumentando il costo della materia prima e i costi di produzione, il prezzo del prodotto finito non può che salire. Ad oggi le cartiere si sono viste costrette ad aggiornare i propri listini aumentando il prezzo della carta dal 10% al 20%, ma si prevedono già nei mesi avvenire aumenti fino al 35%.