Storia ed evoluzione della cartellonistica pubblicitaria

9 Set 2023 | Graphic arts

La cartellonistica pubblicitaria affonda le radici nella storia dell’arte e del design di fine Ottocento, epoca in cui inizia a farsi strada tra i commercianti la necessità di attirare l’attenzione dei clienti in modo originale e innovativo. Fu così che nacque l’idea di utilizzare grandi cartelloni collocati in luoghi strategici, come le stazioni ferroviarie o le grandi strade delle città per promuove eventi o prodotti. 

Questa forma di comunicazione ha affrontato numerose evoluzioni nel corso degli anni, seguendo le tendenze artistiche del momento e le innovazioni tecnologiche legate ai supporti e alla stampa…fino ad arrivare ai giorni nostri. Nonostante una storia lunga ben due secoli, l’arte pubblicitaria su carta continua ad avere un forte impatto nelle nostre vite quotidiane, raccontando storie, attirando la nostra attenzione o più semplicemente lanciando messaggi accattivanti che ci invitano a riflettere.    

In questo articolo cercheremo di tratteggiare a grandi linee la storia di questo affascinante settore e i suoi protagonisti. 

La nascita della cartellonistica pubblicitaria come forma d’arte

I cartelloni pubblicitari fanno la loro prima comparsa nel XIX secolo, periodo in cui la pubblicità inizia a diffondersi sempre più in ambito commerciale. 

Gli artisti a cui venivano commissionate le réclame iniziarono ad usare colori vivaci e immagini accattivanti per attirare l’attenzione del pubblico.

I primi cartelloni pubblicitari vengono realizzati ad acquarello o inchiostro su carta e richiedevano una buona dose di manualità artistica. Per realizzarle venivano impiegate tecniche artigianali di stampa a mano

Nel XX secolo, con l’introduzione della litografia i cartelloni pubblicitari si fanno più dettagliati e mostrano immagini sempre più accurate e d’impatto, ma soprattutto possono essere riprodotte in serie in modo più veloce ed economico. Anche se a causa della limitata qualità dell’inchiostro e della carta utilizzati, i manifesti avevano una breve durata e si deterioravano velocemente. 

La stampa in serie permetteva agli artisti grafici di concentrarsi sulla qualità del disegno, lasciando ai litografi il compito di riprodurlo in modo efficiente. La litografia ha di fatto trasformato la cartellonistica pubblicitaria in una forma d’arte a tutti gli effetti. Artisti come Henri de Toulouse-Lautrec, Alphonse Mucha e Jules Chèret hanno utilizzato la litografia per creare cartelloni pubblicitari che sono diventati dei veri e propri capolavori dell’arte e del design. È a loro, e ad altri esponenti dell’epoca, che si deve la nascita di uno stile artistico che usa la cartellonistica pubblicitaria come strumento espressivo: l’Art Nouveau.

La cartellonistica pubblicitaria ad inizio ‘900: dallo stille liberty…

All’inizio del XX secolo, la cartellonistica pubblicitaria è un’industria ancora giovane, ma in rapida evoluzione grazie ai progressi della tecnologia e della comunicazione di massa. La competizione commerciale si intensifica, e le imprese investono sempre di più nella pubblicità attraverso l’utilizzo di affissioni su grande scala, quali cartelloni, insegne e manifesti pubblicitari. L’Art Nouveau, o come veniva chiamata in Italia stile floreale o stile Liberty, esplode e raggiunge le sue espressioni più accattivanti, gli artisti usano colori vivaci e motivi decorativi intricati per impreziosire i loro manufatti.  

Una delle prime aziende a cogliere le grandi potenzialità dell’arte pubblicitaria su carta e a sperimentare tecniche innovative fu la società di produzione di biciclette e automobili Peugeot . Nel 1899, l’azienda francese usò un manifesto pubblicitario stampato a quattro colori che spiegava i vantaggi della sua auto, e lo collocò nelle stazioni ferroviarie e nelle strade delle città francesi. 

…alla propaganda bellica

Durante la prima e la seconda guerra mondiale, i manifesti pubblicitari ebbero un ruolo importante nella propaganda di entrambi i fronti bellici e vennero utilizzati per motivare le truppe e per cercare di influenzare l’opinione pubblica.cartellonista pubblicitaria bellica

Durante la prima guerra mondiale, i manifesti erano focalizzati soprattutto sulla colpevolizzazione dell’avversario, sulla necessità di supportare gli alleati e sull’appello al dovere nei confronti della patria. Alcuni esempi di manifesti pubblicitari di questo periodo sono il celebre “I want you for U.S. Army” con l’immagine di Uncle Sam, oppure la locandina britannica “Kitchener’s Army” che invitava i giovani a unirsi alle truppe.

Durante la seconda guerra mondiale, i manifesti pubblicitari diventano ancora più centrali nelle attività propagandistiche, essendo ormai uno strumento consolidato per la divulgazione di messaggi politici e ideologici. Venivano usati  per demonizzare il nemico e per esortare i cittadini a sostenere lo sforzo bellico. Tra i manifesti più celebri di questo periodo ci sono la serie di manifesti statunitensi “We can do it!“, che invitava le donne a lavorare nelle fabbriche per sostenere lo sforzo bellico, o la celebre locandina britannica “Keep calm and carry on” che invitava la popolazione a mantenere la calma in caso di attacchi aerei. 

Gli anni del boom economico: arriva lo stile pop

Durante gli anni ’50 e ’60 i manifesti pubblicitari subiscono un’evoluzione significativa dal punto di vista grafico. Nel periodo post-bellico, i manifesti pubblicitari erano ancora molto influenzati dalla propaganda e dalla grafica militare, con immagini spesso monocromatiche e simboliche. 

Negli anni ’50, i manifesti pubblicitari iniziarono a diventare più colorati e allegri, con l’impiego di effetti tipografici e fotomontaggi. Il tono diventa molto  persuasivo, con l’obiettivo di convincere il pubblico dell’utilità dei prodotti, enfatizzando i loro benefici e ignorando eventuali effetti nocivi, come nel caso delle sigarette.

In Italia, il boom economico portò ad un notevole incremento dei consumi, incoraggiando le imprese ad investire in pubblicità. I manifesti pubblicitari dell’epoca erano caratterizzati da un forte utilizzo del colore e da toni accesi volti ad attirare l’attenzione del pubblico. Era frequente l’utilizzo di immagini fotografiche, a volte ritoccate al fine di renderle più vistose e persuasive.

Un’altra caratteristica dei manifesti pubblicitari degli anni ’50 e ’60 in Italia era l’uso di celebrità, come ad esempio i divi del cinema e della televisione, per promuovere prodotti o servizi. Questa fu un’innovazione nel campo pubblicitario che si dimostrò particolarmente efficace nel coinvolgere il pubblico.

Negli anni ’60, specchio di tempi più movimentati, i manifesti pubblicitari diventano più sperimentali e rivoluzionari. Le immagini si allontanano dalla rappresentazione realistica per diventare astratte e psichedeliche, seguendo lo stile del tempo fatto di colori accesi e forme geometriche. Questo periodo è stato caratterizzato anche dall’utilizzo di icone della cultura pop come elementi chiave della grafica pubblicitaria. Dal punto di vista grafico, gli artisti e i designer iniziano a utilizzare tecniche come la serigrafia e l’aerografo per creare immagini accattivanti e di grande impatto visivo.

La cartellonistica pubblicitaria nel mondo moderno

Con l’avvento del XXI secolo, la cartellonistica pubblicitaria ha subito fortissime innovazioni tecnologiche che ne hanno drasticamente cambiato i metodi di ideazione e produzione. 

Negli anni 2000, quando Apple ha lanciato l’iPod, il mondo della cartellonistica pubblicitaria stava vivendo una trasformazione epocale, con la digitalizzazione del graphic design e l’uso sempre più diffuso dei software di progettazione grafica. La campagna pubblicitaria di lancio dell’iPod divenne emblematica di quella trasformazione in atto: realizzata con design grafico minimalista, un layout semplice con sfondo bianco, e un copy semplice e diretto: “1000 songs in your pocket“. La campagna ebbe un grandissimo successo a livello globale e divenne ben presto un’icona del marketing moderno. cartellonista pubblicitaria moderna

Oggi, tutta la cartellonistica pubblicitaria viene realizzata al computer, con grafica vettoriale e software di editing. Ciò ha permesso ai grafici pubblicitari di creare immagini più dettagliate e sofisticate rispetto al passato, rendendo il lavoro dei cartellonisti pubblicitari più veloce ed efficiente. Tuttavia, alcuni artisti sostengono che l’avvento dell’era digitale abbia fatto perdere alla cartellonistica pubblicitaria la sua anima artistica.

Ma nonostante la digitalizzazione (o forse proprio grazie ad essa) che la cartellonistica pubblicitaria continua ad avere un impatto significativo sulla cultura e sulla comunicazione visiva nelle nostre società.