Tipi di imballaggio: primario, secondario e terziario 

15 Apr 2022 | Industrial Adhesives

La normativa italiana categorizza tre tipi di imballaggio in base alle diverse funzioni che l’involucro deve assolvere durante tutta la catena di distribuzione della merce fino alla vendita del prodotto in negozio. 

Al di là del loro scopo, i produttori di imballaggi sanno bene che per stare sul mercato il loro prodotto deve poter offrire un buon equilibrio tra prestazione e costo, sia per quanto riguarda la materia prima impiegata, sia per il tempo e la facilità nel realizzare l’operazione di imballaggio.

 

Definizione e tipi di imballaggio secondo la normativa

L’imballaggio, così come definito dal decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, è a sua volta un prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura e adibito principalmente a tali funzioni: 

  • contenere le merci, dalle materie prime ai prodotti finiti;
  • proteggere da agenti esterni che potrebbero rovinare il contenuto;  
  • consentire la manipolazione e la consegna dal produttore al consumatore;
  • assicurare la presentazione del prodotto.

In base alla sua destinazione d’uso, l’imballaggio è sottoposto al rispetto di normative che determinano i requisiti di sicurezza per l’utilizzatore finale, come nel caso degli imballaggi a contatto diretto con gli alimenti. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, inoltre, negli ultimi anni ha preso sempre più importanza l’uso di materiali e componenti dell’imballaggio facilmente riciclabili. 

Secondo la classificazione riportata nel decreto sopracitato, in Italia gli imballaggi sono suddivisi in tre tipi: imballaggio primario, imballaggio secondario e imballaggio terziario. Ognuno dei tre livelli è progettato e prodotto per scopi ben specifici. Vediamo quali. 

 

Imballaggio primario per la vendita 

Tra i tipi di imballaggio quello forse su cui il produttore investe maggiore attenzione è quello primario. Questo infatti è destinato a contenere e proteggere il prodotto e costituisce l’unità di vendita finale

Oltre a dover garantire ottime prestazioni per la conservazione della merce, soprattutto nel caso di prodotti alimentari, l’imballaggio primario è anche quello su cui vanno inserite informazioni richieste dalla legge, come gli  ingredienti o la data di scadenza. Il suo scopo è anche quello di dare stabilità al posizionamento della merce ed evitare ad esempio che il prodotto si ribalti o cada dagli scaffali. 

Infine, l’imballaggio primario ha un ruolo fondamentale nella promozione stessa del prodotto in quanto è anche il mezzo tramite cui promuovere il brand e attirare l’attenzione del consumatore. 

 

Imballaggio secondario

L’imballaggio secondario o multiplo è quello destinato a contenere e raggruppare più prodotti (e quindi più packaging primari) al suo interno, “indipendentemente dal fatto che sia venduto come tale all’utente finale o al consumatore, o che serva soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto di vendita” (d.lgs. n. 22/97). 

Non viene a contatto diretto con la merce e può essere rimosso senza alterare le caratteristiche del prodotto. La sua funzione è più logistica perché serve ad esempio per poter impilare diverse confezioni, poterle spostare insieme agevolmente durante le fasi di stoccaggio nei magazzini o di accatastamento ed esposizione in negozio. Alcune tipologie di imballaggio secondario possono essere destinate anche alla vendita di più prodotti insieme. Pensiamo ad esempio alle promozioni 2X3 in cui più prodotti vengono venduti insieme e imballati una seconda volta. 

Ma non solo, il suo utilizzo può anche essere specificatamente richiesto dalla legge come nel caso dell’imballaggio dei farmaci da prescrizione (Direttiva 2011/62/UE) il quale deve proteggere il farmaco da possibili manomissioni.  

 

Imballaggio terziario per il trasporto 

Infine, l’ultimo tipo di imballaggio è quello di terzo livello. La sua principale funzione è quella di facilitare “il trasporto di un certo numero di unità di vendita oppure di imballaggi multipli per evitare la loro manipolazione e i danni connessi al trasporto” (d.lgs. n. 22/97). 

Nella maggior parte dei casi, l’imballaggio terziario è riservato all’utilizzo all’interno della catena di distribuzione e quasi mai arriva al consumatore finale. Deve essere progettato in modo specifico per garantire una facile movimentazione delle merci mediante veicoli industriali e per poter sfruttare al massimo la capacità di stoccaggio dei magazzini. Per tutti questi motivi deve essere un imballaggio resistente e supportare diversi stress meccanici dovuti al trasporto lungo tutta la catena di distribuzione. 

Esempi di imballaggio terziario sono bancali, pallet ma anche sacchi, fusti, bobine, scatole, big bag e grandi contenitori per prodotti sfusi. 

 

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