Non molto tempo fa ci siamo occupati di dare uno sguardo alla salute del settore tessile e dell’abbigliamento, riportandovi i dati dell’indagine condotta da Confindustria Moda per Smi (Sistema moda Italia) sul primo semestre del 2021 che cercava di tracciare le prospettive settoriali sul finire della pandemia. Le interviste agli imprenditori lasciavano presagire un cauto ottimismo, una discreta fiducia nel futuro, segnalando anche un certo risveglio del mercato estero.
Non si era messo in conto, e nessuno avrebbe potuto farlo, che dopo due anni di pandemia, tra chiusure, blocchi della produzione e calo di fatturato, sarebbe arrivato il conflitto russo-ucraino a rimescolare nuovamente le carte e a gettare ulteriore instabilità alle prospettive di ripresa.
Come stanno le cose oggi, a qualche mese dall’inizio del conflitto per il settore tessile? Proviamo a capirlo con i nuovi dati dell’indagine del Smi sull’evoluzione congiunturale del settore nel primo e secondo trimestre del 2022.
Settore tessile: sale l’export, ma…
La prima confortante notizia è che la filiera regge. Nel 2020, per la parte manifatturiera della filiera del tessile-moda-accessorio (Tma), si era registra una flessione del fatturato di circa il 20%. Il preconsuntivo del 2021 è invece positivo con quasi 53 miliardi di euro di fatturato (+18,4% sul 2020). Tuttavia rimane non colmato il divario di circa 5,4 punti percentuali con il 2019, anno prima della pandemia.
Nel primo trimestre del 2022, l’83% delle aziende campionate dall’indagine presenta una dinamica positiva delle vendite rispetto all’anno precedente. L’incremento è confermato anche per il secondo trimestre facendo registrare un +16,3% anche se in attenuazione rispetto ai recuperi dei trimestri precedenti.
Rispetto al bimestre gennaio-febbraio del 2021 che faceva segnare un pesante -15,9% per quanto riguarda l’export, gli ultimi dati Istat relativi allo stesso bimestre di quest’anno, elaborati dal Centro studi di Confindustria moda per Smi, ci dicono che le esportazioni godono di buona salute con una crescita del 16% e un valore di 5,3 miliardi.
…cala il numero delle imprese e l’occupazione
Decisamente meno roseo è il quadro complessivo sul numero delle imprese e dell’occupazione. Si prevede infatti una diminuzione del 2% delle aziende di settore (con la chiusura di 890.000 unità locali) e un calo del 2,1% degli addetti (con 7860 occupati in meno).
Come ha commentato il presidente Smi, Sergio Tamborini a margine della presentazione del report – “mancano circa 3 miliardi per ritornare ai valori pre-covid”. Nel complesso però, il settore tessile dimostra una certa capacità di resilienza rispetto ad altri settori industriali. E nonostante le sopraggiunte insicurezze dovute all’instabile scenario internazionale i risultati dei primi mesi del 2022 confermano un trend di ripresa. Anche se – continua Tamborini – “ci sono complessità da gestire che, da un lato, lasciano dubbiosi, dall’altro, speranzosi”.