Chi si occupa di fotografia e stampa fotografica sa bene che esistono molti tipi di carta fotografica tra cui scegliere per ottenere un risultato di qualità. La tipologia di carta fotografica influisce notevolmente sull’estetica, sulla sensazione tattile e visiva dell’immagine che viene trasmessa a chi la osserva. Questo perché la carta fotografica, a differenza di una carta normale, è molto più accurata in termini di definizione, fedeltà al colore e durabilità.
Per essere sicuri dunque di acquistare quella giusta per le proprie esigenze estetiche, un buon fotografo non può non considerare le caratteristiche principali che distinguono una carta fotografica dall’altra e che donano all’immagine un particolare tono e risultato. In questo articolo proveremo a darvi le informazioni più essenziali per scegliere la carta fotografica più giusta per ciascuna esigenza.
Tipi di carta fotografica: la grammatura
Uno dei primissimi elementi che un fotografo deve considerare nella scelta di una buona carta fotografica, è senz’altro la grammatura. La grammatura viene espressa in grammi al metro quadro (gr/mq). Più la grammatura è elevata, più la carta è resistente nel tempo. Per darvi un’idea, una bassa grammatura è quella della carta con cui viene stampata la Bibbia, sottilissima (25g/mq); la carta di un libro normale si aggira attorno ai 120 gr/mq; la maggior parte delle carte fotografiche in commercio varia invece dai 180 ai 300 gr/mq.
Tipi di carta fotografica: durata e conservazione
Una carta fotografica di alta qualità garantisce anche una lunga durata delle sue caratteristiche nel tempo. Come abbiamo visto, questo parametro dipende dalla grammatura ma anche dal modo in cui essa viene conservata. In media una buona carta garantisce una durata di almeno 60 anni, ma ci sono carte la cui vita può arrivare anche a 100 anni, se conservata in modo adeguato, ovvero evitando al minimo gli sbalzi di temperatura, l’esposizione ai raggi UV e l’umidità. Per alcuni scopi, 100 anni potrebbero anche essere pochi, ad esempio per fotografie destinate a mostre museali. In questo caso un’opzione migliore è quella della carta fine art.
Tipi di carta fotografica: la finitura
La finitura della superficie della carta è la caratteristica che più di tutte determina la resa finale dell’immagine stampata perché influisce sul grado di riflessione della luce. Tra le finiture principali abbiamo: lucida, opaca e satinata.
- Finitura lucida, detta anche “glossy”, permette una resa cromatica molto elevata, caratterizzata da colori vividi e brillanti, tonalità ricche e nitide. La sua lucidezza è dovuta allo strato di polietilene con cui viene trattata la superficie della carta. È dunque indicata per stampare fotografie a colori, tuttavia bisogna tenere conto delle condizioni in cui verrà esposta la stampa, poiché la carta lucida riflette molto la luce. In presenza ad esempio di luci oblique la visione potrebbe risultare interrotta dai riflessi della luce sull’immagine. Non è adatta per fotografie in bianco e nero perché altera la profondità delle tonalità scure. È anche sconsigliata nei casi in cui la fotografia è destinata ad essere frequentemente maneggiata in quanto lascia sulla superficie il segno delle impronte.
- Finitura opaca, detta anche “matt”, al contrario di quella lucida, la finitura opaca restituisce dei contrasti molto alti dei neri, caratteristica che la rende particolarmente idonea per le foto artistiche in bianco e nero. Resiste ai riverberi di luce e alle impronte, per questo viene spesso utilizzata anche per la realizzazione di book fotografici e per stampe fotografiche da esporre perché non produce alcun riflesso.
Una versione particolare di carta fotografica con finitura opaca è la baritata, il cui nome deriva dal trattamento applicato in superficie con una soluzione di solfato di bario, che garantisce un dettaglio maggiore nei passaggi tonali della scala dei grigi. - Finitura satinata è il giusto compromesso tra le prime due. Offre un’ottima resa cromatica, con colori vivaci, simili a quelli che si ottengono con la carta lucida, ma resiste molto bene ai riflessi di luce e alle impronte digitali. Questo equilibrio la rende una scelta molto diffusa tra i fotografi, soprattutto per la stampa di primi piani.
Tipi di carta fotografica: texture e consistenza
L’impatto di una fotografia è senza dubbio prima di tutto visivo. Ma la sensazione tattile che deriva dalle diverse texture che una carta può avere, ha anch’essa un ruolo importante nella fruizione di una fotografia. La consistenza di una carta fotografica al tatto può essere più o meno ruvida o più o meno liscia.
La carta ruvida presenta una venatura sulla superficie ben percettibile al tatto, più visibile nelle zone chiare dell’immagine. La carta ruvida è usata dal fotografo che vuole conferire alla sua opera una consistenza più fisica e materiale.
La carta liscia invece esalta maggiormente l’immagine nella sua fruizione visiva, valorizzando colori e contrasti, ed è preferibile alla carta ruvida se non è prevista una fruizione “tattile” della fotografia, ad esempio se questa viene collocata all’interno di una teca in vetro.
Tipi di carta fotografica: certificazione di ecosostenibilità
Un altro fattore che influisce sulla scelta della carta fotografica risponde ad esigenze di natura etica. Anche la fotografia e la stampa in generale hanno infatti una responsabilità nei confronti dell’ambiente.
La stampa per essere ecosostenibile richiede inchiostri non inquinanti, macchinari efficienti dal punto di vista energetico, materiali idonei per la pulizia dei macchinari e naturalmente carte fotografiche prodotte nel rispetto dell’ambiente. Parliamo di carte con certificazioni di eco compatibilità, come quelle FSC (Forest Stewardship Council) derivate da materiali provenienti da foreste gestite nel rispetto di rigorosi standard ambientali.
Su questo argomento leggi anche: “La sostenibilità ambientale dell’industria della stampa”.
Tipi di carta fotografica: sbiancanti ottici (OBA)
Un criterio tecnico di cui i fotografi si interessano è la presenza o meno nelle carte fotografiche di sbiancanti ottici, cosiddetti OBA (Optical Brightening Agents). Si tratta di sostanze chimiche che vengono aggiunte alla carta per renderla bianca al 100%, aumentando la brillantezza e l’aspetto dell’immagine stampata.
Qualsiasi carta pur avvicinandosi al “bianco assoluto”, non lo è mai del tutto. Questo perché la cellulosa assorbe le radiazioni ultraviolette della luce assumendo un aspetto più tendente al giallo. Gli sbiancanti ottici, chiamati anche “agenti azzurranti”, compensano in modo artificiale la perdita del blu sfruttando il fenomeno della fluorescenza, cioè emettendo luce nella fascia del blu dello spettro del visibile ad una specifica lunghezza d’onda.
La scelta di carte fotografiche sbiancate in questo modo deve tenere conto di una diversa gestione del colore e del fatto che il risultato di stampa che si ottiene su una carta trattata con gli OBA sarà sensibilmente diverso.
In buona sintesi, ogni fotografo o stampatore deve tenere conto del risultato atteso e della modalità di fruizione della stampa (album, esposizione interna/esterna, esposizione sotto vetro, presenza di luce, ecc…) per scegliere il tipo di carta fotografica più adatta. In base a tali esigenze, di ogni carta dovrà valutare la grammatura, la durata, la finitura, la consistenza al tatto, la sostenibilità ed eventuali trattamenti sbiancanti.
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